12/12/2025 strategic-culture.su  7min 🇮🇹 #298805

Chi governa davvero a Washington ?

Jacopo Brogi

Chi governa davvero a Washington ? Nel 2017 in una intervista realizzata a Parigi dalla testata Le Figaro, Vladimir Putin fu molto chiaro: il Presidente Usa - chiunque egli sia - conta fino ad un certo punto.

"Ho già parlato con tre presidenti degli Stati Uniti. Loro vanno e vengono, ma la politica rimane sempre la stessa. Sapete perché ? Per via della potente burocrazia. Quando una persona viene eletta, può avere alcune idee. Poi arrivano persone con valigette, ben vestite, con abiti scuri (abiti proprio come il mio, tranne che per la cravatta rossa, dato che quelle sono nere o blu scuro). Queste persone iniziano a spiegare come vengono fatte le cose. E all'istante tutto cambia. Questo è ciò che accade con ogni amministrazione. Cambiare le cose non è facile, e lo dico senza alcuna ironia. Non è che qualcuno non voglia farlo, ma perché è una cosa difficile da fare".

Il 17 gennaio 1961, nel suo discorso di addio, il presidente americano Dwight Eisenhower mise il popolo in guardia dal potere che sempre più stava acquisendo il complesso militare-industriale:

"Questa combinazione di un immenso apparato militare e di una grande industria degli armamenti è una novità nell'esperienza americana. L'influenza complessiva - economica, politica e persino spirituale - si fa sentire in ogni città, in ogni sede statale, in ogni ufficio del governo federale. Riconosciamo la necessità imperativa di questo sviluppo.

Tuttavia, non dobbiamo mancare di comprenderne le gravi implicazioni. Sono coinvolti il nostro lavoro, le nostre risorse e il nostro sostentamento, così come la struttura stessa della nostra società. In sede di governo, dobbiamo guardarci dall'acquisizione di un'influenza indebita, ricercata o meno, da parte del complesso militare-industriale. Il potenziale per un disastroso aumento di potere mal riposto esiste e persisterà.

Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà o i nostri processi democratici. Non dobbiamo dare nulla per scontato. Solo una cittadinanza attenta e informata può imporre il corretto bilanciamento dell'enorme macchina industriale e militare della difesa con i nostri metodi e obiettivi pacifici, in modo che la sicurezza e la libertà possano prosperare insieme".

Putin oggi e Eisenhower ieri, ci parlano degli stessi poteri che comandano per davvero la politica negli Stati Uniti ? Sono queste realtà che di fatto determinano la nostra vita nell' anglosfera?

Sicuramente i governanti delle colonie europee hanno molto meno margine di manovra dell'inquilino della Casa Bianca.

Massimo D'Alema, ex premier e ministro degli esteri italiano lo dichiarò sfacciatamente nel 2014: "Abbiamo già perduto in molti campi la nostra sovranità. (...). Se non raggiungiamo il famoso 3% (il rapporto fra il disavanzo annuale dello Stato ed il Pil, il limite massimo che un paese membro dell' Eurozona può raggiungere pena sanzioni, ndr), l'Europa ci punisce e ci multa. Quindi, se vogliamo ridurre le tasse, il nostro Ministro dell'economia deve passare due giorni a Bruxelles per chiedere l'autorizzazione. Noi abbiamo due capitali: Roma e Bruxelles ed il peso di Bruxelles nella vita delle persone è un peso crescente. (...). Nel mondo globale, è inutile che noi ci illudiamo che esista il concetto di sovranità novecentesco: è una illusione priva di qualsiasi fondamento. E sa dove me ne sono accorto ? Me ne sono accorto molti anni fa, nel 1996, non in Europa ma negli Stati Uniti, quando fui invitato quale segretario del maggior partito di governo, e andai a visitare la sala operativa di Merrill Lynch. E lì mi portarono al"Desk Italia". E c'erano tre ragazzi che compravano o vendevano BOT (titoli di debito italiano, ndr) - E quindi decidevano in buona parte lo spread dell'Italia ? - Si, decidevano se noi avremmo avuto i soldi per fare le scuole, gli ospedali... Avevano la Reuters, se usciva la dichiarazione storta di qualche uomo politico, vendevano. Sennò compravano. Avevano anche una grande libertà di decisione. Ho avuto l'impressione che quei tre ragazzi contassero più del Parlamento".

D'Alema avrà mai riflettuto davvero sul perché gli fu organizzata quella visita ? Un mero evento di cortesia o una sorta di monito e avvertimento?

Ricorda bene quanto conti tu e chi siamo noi, intendi bene chi comanda e cosa NON potrai fare.

D'Alema diventò premier due anni dopo. Di lui si ricordano la privatizzazione delle autostrade e quella delle telecomunicazioni, la corsa all'introduzione del Trattato di Maastricht per adottare l'Euro da subito, nel 2002, ma soprattutto non si dimenticano i bombardamenti atlantici su Belgrado. "Il governo D'Alema nacque per rispettare gli impegni Nato", ebbe a scrivere nel 2001 l'ex Ministro della Difesa Carlo Scognamiglio. L'Italia fu centrale ed indispensabile per la guerra angloamericana del Kosovo.

La scena di quei tre ragazzi, "di cui due di colore", che compravano e vendevano BOT al "Desk Italia" di Merrill Lynch tenendo in scacco una nazione intera, dando la lezione della vita al futuro capo del governo, fa molto americano. O meglio, sa di Storia gangster, eppure è la realtà. Ma non solo per il "Desk Italia". Anche perché la famosa "crisi dell'Euro" del 2009, fu il secondo tempo di quella internazionale scatenata dal crollo della Lehman Brothers negli Stati Uniti. Quel " Ci hanno costretti a fallire" del banchiere Richard Fuld, fa pensare parecchio. Mentre si riconfigurava l'intera infrastruttura finanziaria occidentale.

A colpi di austerità e liberismo, soprattutto l'Europa del Sud veniva affogata nella crisi economica e sociale. "Salvare l'Euro", "Costruire gli Stati Uniti d'Europa" erano le priorità del momento, mentre gli Stati, le famiglie, le persone, il lavoro, l'economia reale, sono ancora oggi gli agnelli sacrificali sul Mondo Nuovo della City e di Wall Street.

E poi arriva l'emergenza Covid, per scoprire in parlamento dalla ministra olandese della Sanità e  vice premier Fleur Agema che il tutto, comprese le direttive di amministrazione del sistema sanitario sono "impegni NATO" gestiti coi servizi interni.

E' la globalizzazione baby: finanza globalizzata che detta legge sulle nazioni, profitti per pochi e nuove povertà per molti. Ed interventi militari contro i paesi che non si allineano. Il costo della caduta del Muro di Berlino e della dissoluzione dell'Urss è stato, ed è, elevatissimo.

Come lo è la guerra NATO contro la Russia via Ucraina, le guerre occidentali in Medio Oriente per il "Grande Israele". È dall'11 Settembre che si è deciso di cambiare tutto. Ma qualcosa è andato storto.

Oggi, c'è una parte del mondo che non vuole più subire: ci sono vere nazioni che esercitano liberamente la propria sovranità. Un mondo multipolare conviene non solo a chi non è allineato all'imperialismo, ma anche a chi dall'interno lo subisce. Quindi anche a noi, colonie degli angloamericani.

Per la prima volta, un presidente Usa in carica fa delle  dichiarazioni pubbliche incredibili, praticamente ignorate da tutta la grande stampa. Siamo alla Casa Bianca, è il 1 settembre 2025, poche settimane dopo il bombardamento americano all'Iran:

Donald Trump: "Venti anni fa Israele aveva la lobby più forte al Congresso, più forte di qualsiasi altra cosa, di qualsiasi ente, azienda, società o Stato che io abbia mai visto. Israele era il più forte. Oggi non ha più una lobby così forte. È incredibile. C'è stato un tempo in cui non potevi parlare male, se volevi fare il politico, non potevi parlarne male. (...) Israele era la lobby più forte che avessi mai visto. Avevano il controllo totale sul Congresso, e ora non ce l'hanno più, sai, sono un po' sorpreso di vederlo".

A 24 anni dall'11 Settembre e dall'inizio delle guerre infinite al terrorismo, Israele ha - ad oggi - ben 6 fronti aperti: Gaza e territori palestinesi, Cisgiordania, Libano, Yemen, Siria, Iran - grazie al sostegno/supporto degli Stati Uniti D'America, che ora stanno subappaltando la guerra alla Russia ai paesi dell'Unione Europea, dopo averne incassato il riarmo generale e le commesse belliche maggiori.

Inevitabile riproporsi la domanda di apertura, non per scriverne l'epilogo, ma per chiedersi ancora ciò che difficilmente troverà una risposta certa, se non nei meandri e fra le carte segrete della Storia e degli accadimenti: chi governa davvero a Washington?

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